La strada del silenzio – Racconti brevi

La strada del silenzio
Racconti brevi

La chiamavano “La strada del silenzio”. E lei fino ad allora non aveva capito il senso di quel nome a una strada così popolata e rumorosa.


Poi, una sera; cinque mesi fà aveva sentito il bisogno di uscire a prendere aria. Anche se erano le dieci di sera, anche se era da sola, anche se aveva paura.

Anche se l’asfalto sembrava di plastica e i suoi tacchi facevano un rumore spaventoso ad ogni passo.
“Pfff, la strada del silenzio un cavolo!” pensò infastidita.
Inciampando in uno dei sanpietrini del marciapiede sentì qualcuno tossire.
Alzò la testa e vide un’ombra seduta sulla panchina.

Prese coraggio e si avvicinò.
“Posso?” – chiese con la voce un po’ titubante.
“Ma certo. Solo che non dovremmo violare il codice antico di questa strada.”
“Cioè?”
“Il silenzio, no?!”
“Ah, ecco. Il silenzio.”


“Anche se vorrei chiederti come ti chiami.” – pensò lui mentre guardava il riccio ribelle che le andava a coprire gli occhi.
“Peccato perché volevo sapere cosa ci fai qui a quest’ora, tutto solo, in mezzo al nulla.”- pensò lei e accennó un piccolissimo sorriso mentre guardava il libro che lui teneva tra le mani.


“Che tu sia per me il coltello”
“Ah, però.Tosto il ragazzo! Lettura impegnativa anche se in questo buio non si può leggere un granché!”
“Cosa ci fa lei qui, tutta sola, a quest’ora? Quanto vorrei chiederglielo. Mannaggia a me che ho fatto quella battuta pessima sul codice della strada!”


E allora, visto che si era precluso da solo la possibilità di parlarle decise che era ora di tornare a casa.
“Ehi, aspetta un’attimo per favore! Mi sapresti dire il perché di questo nome?”
“Hah!” – sorrise lui.


“Domanda difficilissima. Penso che siano rimasti in pochi quelli che lo sanno e di certo io non rientro fra questi! Ma sai, ci penso spesso da quando vengo qui la sera per svuotare la testa dai pensieri.

E mi sono dato una risposta, magari non valida, ma plausibile.”
“La voglio sapere!”
“Ecco, ho pensato che qualcuno abbia dato questo nome alla strada per ricordare il valore del silenzio. Spesso ci parliamo senza davvero ascoltarci. Parliamo per metterci in mostra, per dimostrare qualcosa a qualcuno o al mondo o a noi stessi. La parola ha perso il suo valore, il suo vero significato.

Comunicare l’essenziale. Ciò che ci sta più a cuore, ciò che il nostro cuore vorrebbe dire. Ma davvero, non l’eco sbiadito dei nostri pensieri e sentimenti.”


“Sì, hai ragione. È una spiegazione più che plausibile. Anche se poi penso che ormai nessuno ci faccia più caso al vero significato del silenzio e ovviamente del nome di questa strada.”


“Tu ci hai fatto caso. Io anche. E non mi sembra una cosa da poco.”
“Già. Accorgersi delle cose non è mai cosa da poco.”

Marjola Saliu ©copyright 2021

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Il diritto di sognare
Il diritto di sognare

Estratto dalla prima pagina

Sguardi. Si rimane folgorati incrociando uno sguardo che ci riconosce. Ci manca il respiro e non sappiamo cosa dire perché non abituati ad essere visti. Di solito tutti ci guardano ma nessuno ci vede. È quando qualcuno ci riesce è magia. Finchè il bene ci unirà.

Va tutto bene amore mio Anche se in fondo non va bene niente Ma ogni volta che sentirai un fruscio Sarà il mio bene che accarezza la tua mente. Un pensiero è come l’acqua. Si infila dappertutto, corrode tutto, corrompe tutto. E infine, dopo aver fatto fuori tutto il resto, non vi rimane solo che lui. Questo sottile, fragile, infimo pensiero da stringere forte come fosse l’ultima goccia d’acqua su questa terra. Tutto passa. Tutto passa, dicono Ma intanto che cerchi di spaccare il mondo Il mondo ti spezza le gambe e ti spacca il cuore.